Laggiù nel bosco
della zona livellata. Erano ormai trascorse diverse ore e forse a casa cominciavano a chiedersi dove fosse finito, così Pietro, movendosi cautamente per non farsi scoprire, lasciò a malincuore quel luogo, ma con l’intento di tornare il giorno successivo. Durante la notte Pietro pensò e ripensò a quello strano uomo nel bosco: chi era e cosa stava facendo? Era un mago o cos’altro? perché aveva la pelle nera?come mai si nascondeva nel bosco più fitto? Il ragazzo decise di tenere segreto ciò che aveva visto: stava finalmente vivendo una vera avventura in prima persona e non avrebbe permesso a nessuno di rovinare tutto! Giorno dopo giorno tornava nel bosco per scrutare i movimenti di quel misterioso uomo e, nascosto tra le foglie, poté ammirare con stupore ed interesse la crescita di una singolare costruzione fatta con la legna.La struttura aveva preso corpo a partire da un fascio di pali sistemati in cerchio a terra e legati all’estremità opposta a formare una specie di tromba, che successivamente veniva ricoperta con legna tagliata della stessa misura in modo da ottenere una catasta dalla forma tondeggiante, che assomigliava vagamente al cappello di un enorme fungo. L’uomo curava la consolidazione di questa strana catasta di legna, chiudendone le fessure con radici, rami ed altro; uno strato di foglie e poi alla fine la terra vestivano il tutto come un cappotto foderato; solo una piccola apertura rimaneva alla sommità. La curiosità di Pietro cresceva ogni giorno di più: era come un racconto a puntate, di quelli che non si sa mai come andranno a finire, e ogni giorno proseguiva, poco per volta. L’indomani, una nuova alba salutava il villaggio e Pietro si affrettò a raggiungere l’interno del bosco. Chissà, forse l’uomo nero stava per terminare quelle sue strane operazioni e non bisognava certo lasciarsi sfuggire i suoi movimenti! Un odore forte e pungente di fumo nei pressi del luogo fece fremere il ragazzo dalla curiosità e dall’eccitazione di riuscire a scoprire qualcosa di davvero sensazionale. Il grande fungo di legna e terra, infatti, stava fumando; il mago nero doveva aver acceso la catasta e, dopo aver praticato dei buchi, controllava il fumo che ne usciva. Immerso nel bosco più profondo, tra il fumo, il suo odore acre che permeava il luogo e lo strano personaggio che sembrava danzasse attorno al suo idolo di terra e legna, Pietro ebbe l’impressione di assistere a qualcosa di particolare, di strano, forse di magico. Chissà domani quale altra diavoleria avrebbe fatto l’uomo! Il giorno seguente, però, cominciò male: febbre e tosse dipingevano sul viso di Pietro tutto il suo malessere. I deboli e strenui tentativi di dimostrare la sua perfetta forma furono vani e la mamma amorevolmente gli rimboccò di nuovo le coperte. La malattia durò un’ intera settimana, sette interminabili giorni: a Pietro sembrò davvero un’eternità!…ma per fortuna era guarito ed ora era di nuovo libero di muoversi, così non perse tempo ed in un baleno raggiunse il bosco. Un’ amara sorpresa lo attendeva: l’uomo era sparito e con lui il suo fungo di legna. Alla ricerca di una spiegazione, di una risposta, Pietro frugò tutto attorno, ma niente: solo pezzi di legna, terra e cenere. Il ragazzo provò una strana sensazione nel rientrare al villaggio: un dolore sordo dallo stomaco gli saliva alla gola…Si sentiva come se qualcuno lo avesse ingannato, derubato della sua grande avventura! Purtroppo, però, dovette convincersi che non c’era nulla da fare: con molta amarezza Pietro si rassegnò a tornare alla solita vita di tutti i giorni. Con il passare del tempo tutto sembrava essere tornato alla normalità: le corse, i salti, la scuola e i racconti della maestra, eppure un pensiero, il solito, riaffiorava costantemente e sempre più spesso nella sua mente. L’uomo del bosco, con il suo alone di mistero, non lo abbandonava mai: bastava un semplice particolare, un’ azione per rievocarne le immagini. Bisognava fare qualcosa: forse svelare a qualcuno il suo segreto lo avrebbe aiutato a togliersi dalla mente il tormentone. Il nonno sembrava il tipo giusto a cui confidare il segreto: lui lo aveva aiutato in molte occasioni e poi trovava sempre del tempo per ascoltarlo con interesse e pazienza senza pregiudizi di sorta. Dopo pranzo era il momento più opportuno: il nonno amava sedersi fuori sotto il portico a fumare la sua bella pipa. Pietro prese coraggio e, sedutosi al suo fianco, iniziò il suo racconto. Mano a mano che le parole davano vita all’ avventura, il ragazzo vide
Walter Moreno Ambrosi - Creazioni Artistiche - www.morenoambrosi.it - morenoambrosi@tin.it