Un giorno mi trovai per caso a sfogliare un vecchio libro degli anni ’60 in cui erano raffigurati dei giocattoli e le semplici istruzioni per costruirli. Affascinato da quante cose simpatiche fosse possibile realizzare con materiali semplici ed economici, fui preso dal desiderio di provare a costruire per mia figlia Giulia quel cavallino di cartapesta che tanto mi era piaciuto. Incuriosito, volendo approfondire l’argomento "cartapesta", mi misi a cercare ulteriori informazioni su Internet e fu così che scoprii che già i cinesi in tempi molto antichi utilizzavano questo materiale per costruire addirittura elmi ed armature, oltre ad una infinità di altri oggetti. In Europa solo intorno alla seconda metà del 700 iniziarono a comparire tavolini, vasi ed ombrelli realizzati con questa tecnica; nell’800 questo materiale iniziò ad essere impiegato per elementi costruttivi di carrozze ed elementi architettonici che sono arrivati fino a noi in ottimo stato di conservazione. In Germania veniva usata anche per fare i pavimenti: una volta stesa una pasta di cartapesta, la si colorava ottenendo così una superficie omogenea, resistente, igienica e soprattutto economica. Esistono diversi metodi di preparazione ed utilizzo della cartapesta: io ho scelto la tecnica che prevede di lasciare a macerare striscioline di carta in acqua, poi di strizzarle, di avvolgere l’impasto ottenuto in un canovaccio ed infine di pestarlo a lungo con un mattarello: è proprio da quest’ultima fase che deriva l’origine della parola "cartapesta". Mescolando al materiale ottenuto della colla di farina e del gesso si ricava un prodotto facilmente modellabile che permette di sbizzarrirsi nelle creazioni più fantasiose. Colori acrilici ed una vernice impermeabile completano l’opera. Sotto: alcune fasi divertenti della lavorazione con la preziosissima collaborazione di Giulia.

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Walter Moreno Ambrosi - Creazioni Artistiche - www.morenoambrosi.it - morenoambrosi@tin.it